Ebbene, sì: in un periodo in cui gli scaffali dei supermercati strabordano di prodotti che si presentano come sani e naturali, nutrizionisti e personal trainer sembrano diventati figure senza le quali non si può più vivere e il salutismo è onnipresente nelle nostre vite – su internet, TV, giornali -, tanto ormai da costituire uno dei più importanti business del nuovo millennio, io credo sia arrivato il momento di cambiare direzione.

La verità è che, per dimagrire, per star bene, per guarire, non avete bisogno di trasformarvi in specialisti in scienza dell’alimentazione, non dovete per forza conoscere le proprietà nutrizionali di ogni singolo cibo e nemmeno siete obbligati a ricorrere a stravaganti diete limitative (chetogenica, paleo, vegana, gruppi sanguigni e chi più ne ha più ne metta). Una dieta sana è più fattibile di quanto si creda. Una dieta sana non vi costringe a pesare gli alimenti, a contare le calorie, a comprare cibi costosi, a pianificare maniacalmente i pasti, a stressarvi per seguirla. Una dieta sana è semplice.

Per molti anni, nel mio studio ha campeggiato un poster con una frase di Leonardo Da Vinci: “La semplicità è la più grande sofisticatezza”. Com’è vera… Dovremmo riappropriarci della semplicità in ogni aspetto della nostra vita. Per quel che mi compete, mi piacerebbe fornirvi tre spunti per semplificare almeno la vostra alimentazione, convinto che, traendone ispirazione, regalerete benessere sia al corpo che alla mente (e persino al portafoglio…).

1 – Fresco, integrale e crudo: Date la preferenza ai cibi freschi, non raffinati, lavorati il meno possibile: verdura e frutta sfuse, carne e pesce tali e quali, uova, cereali integrali in chicchi, legumi secchi, noci e semi vari. Sono più ricchi di proprietà benefiche e privi o quasi di aggiunte indesiderate rispetto agli alimenti intensamente trasformati e confezionati che riempiono il carrello della spesa della maggior parte degli italiani. Si percepisce subito la differenza di naturalità, salubrità e “vitalità” che intercorre tra un pomodoro e un pacchetto di cracker, giusto? Mangiate cibo vero.

2 – La regola dei 5: Gli alimenti industriali sono pratici e possono comunque trovare un posto sulle nostre tavole. A patto di abituarsi a leggere l’etichetta: ai miei pazienti suggerisco di privilegiare i prodotti che contengono meno di cinque ingredienti (senza eccessive rigidità, ovvio). Se l’etichetta riporta tanti elementi, potete star certi che non sono lì per rendere più sano il prodotto, né, men che meno, per farvi del bene. Servono piuttosto a conservarlo più a lungo o a dare sapore a qualcosa che non l’ha mai avuto o che non ce l’ha più. A parità di prodotto, poi, scegliete sempre quello con l’elenco ingredienti più corto.

3 – Mangiare con la mente:
Più che metterci a dieta, dovremmo prestare maggior attenzione agli stimoli che il corpo invia e che spingono a cercare cibo in quantità eccessiva o quando non è necessario. Cosa sta segnalandoci un inaspettato senso di fame? Che forse non abbiamo mangiato a sufficienza durante il pasto? Che non stiamo consumando cibi che nutrono davvero? Oppure che abbiamo bisogno di un conforto emotivo e tendiamo a cercarlo nel cibo? Ascoltiamo ciò che il nostro organismo tenta di dirci e usiamolo per imparare a mangiare con consapevolezza, con uno scopo. Ingurgitare cibo per abitudine, tanto per farlo, è il motivo per cui molte persone ingrassano o aggravano malattie di cui soffrono senza capire perché. Dovremmo ricordarci più spesso che tutto ciò che portiamo alla bocca diventa, in un modo o nell’altro, parte di noi.

Fonte confidenze.com

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