A meno di aver passato gli ultimi tempi su un’isola deserta, è difficile che non abbiate mai sentito nominare la parola “microbiota”, da un po’ sempre più usati dagli operatori sanitari e persino da trasmissioni e articoli rivolti al grande pubblico, tramite tutti i generi di media, da internet alla TV, passando per radio e carta stampata.

Più probabile è non aver magari compreso fino in fondo di cosa si tratta e perché è tanto importante (anzi, vitale) prendersi cura del microbiota se abbiamo a cuore la salute. Niente paura: proprio pochi giorni fa ho spiegato tante cose sul microbiota durante un corso per professionisti della salute che ho tenuto a Torino e adesso voglio raccontarle anche a voi.

“Microbiota” è il nuovo nome di quella che una volta si chiamava “flora batterica” e a cui ci si riferiva parlando dei microbi presenti nel nostro intestino. Alt! Se credete che si tratti di un semplice “restyling terminologico”, prendete una grossa cantonata: le ricerche svolte negli ultimi anni sui microrganismi che albergano dentro di noi hanno fatto scoperte letteralmente rivoluzionarie, che hanno lasciato a bocca aperta per primi gli stessi medici e scienziati.

In tutto il mondo viene oggi condotto un numero impressionante di studi per comprendere i segreti del microbiota e i suoi influssi sulla salute, insospettati o comunque largamente sottovalutati fino a pochi anni fa. Ogni giorno sono pubblicate nuove ricerche, a un ritmo tanto serrato che è difficile persino per gli esperti del settore leggerle tutte e restare aggiornati. E pensate che quello che ancora non sappiamo sul microbiota è molto più di quello che sappiamo.

Abbiamo comunque capito che il ruolo del microbiota è enorme e riguarda la salute di tutto il corpo, non semplicemente quella dell’intestino. I microrganismi che lo compongono non sono solo batteri, ma anche virus, funghi, protozoi e altri ancora (quindi “flora batterica” proprio non va…). Inoltre, questi microrganismi non colonizzano solo l’intestino, ma tanti ulteriori distretti corporei. A fianco di un microbiota intestinale (il più importante e ricco di specie microbiche) abbiamo un microbiota cutaneo, un microbiota orale, uno vaginale e altri ancora, per un totale di quasi 40 migliaia di miliardi di microbi: un numero immenso, maggiore persino di quello delle cellule che compongono il corpo umano.

Il microbiota intestinale è formato da una vasta e diversificata comunità di microrganismi residenti nel tenue e nel colon, un complesso ecosistema che instaura con noi una relazione di simbiosi, vantaggiosa per entrambi. Il nostro compito è quello di fornire un ambiente protetto e ricco di cibo ai microbi, che, in cambio, svolgono per noi funzioni fondamentali, tanto che il microbiota potrebbe essere considerato quasi un “organo” aggiuntivo ed essenziale del corpo umano: contribuisce alla digestione dei cibi; sintetizza vitamine (la K e alcune del gruppo B) e altre molecole bioattive (come gli SCFA, acidi grassi a catena corta, importanti agenti protettivi e antinfiammatori); offre protezione contro i microbi patogeni; aiuta il sistema immunitario a funzionare come deve.

Il microbiota svolge un ruolo estremamente benefico per la salute dell’uomo. Perlomeno finché l’equilibrio tra le popolazioni di microrganismi che lo costituiscono non viene alterato. Sono infatti tanti i fattori che provocano disbiosi intestinale, ovvero uno stato potenzialmente patogeno del microbiota, determinando la riduzione progressiva di specie microbiche amiche e la crescita di altre nocive: alimentazione sbagliata e ricca di cibi confezionati (com’è, ahimè, quella dell’italiano medio e, più in generale, nei paesi industrializzati), stile di vita malsano, stress psicofisico, inquinamento, uso di farmaci (tra i più dannosi per il microbiota, gli antibiotici, i vari “prazoli”per i bruciori di stomaco, le statine contro il colesterolo, l’antidiabetico metformina, antinfiammatori quali i FANS e i corticosteroidi, la pillola anticoncezionale, i lassativi, gli oppiodi e alcuni antipsicotici) e altre “minacce” ancora.

Da alleato, il nostro microbiota si trasforma allora in una fonte di pericoli e, attraverso l’infiammazione sistemica, inizia a fare danni praticamente a ogni livello. Ormai siamo certi, grazie a tante evidenze scientifiche, che la disbiosi intestinale è associata a una grande varietà di malattie tipiche della società odierna: oltre a sindrome del colon irritabile e malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa), patologie autoimmuni varie, allergie, obesità, diabete di tipo 2, aterosclerosi e malattie cardiovascolari, cancro e persino patologie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e la malattia di Parkinson, nonché disturbi psichiatrici, tra cui ansia e depressione.

Non sono ancora molti i professionisti sanitari abituati a ragionare in quest’ottica e che possono vantare conoscenze approfondite e reali competenze sul microbiota, sulla lotta alla disbiosi intestinale per preservare o recuperare la salute, sulle modalità di intervento sul microbiota per contrastare le malattie. Ma, se non state bene o semplicemente volete stare meglio, fatevi un regalo e cercatene uno.

(Fonte – Confidenze.com)

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